Siamo tutti Tenco?

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  1. luigitenco
     
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    Siamo tutti Tenco?
    9 Febbraio 2017
    Fonte notizia: http://www.lastampa.it/2017/02/09/societa/...wwI/pagina.html

    Un uomo bello, con i capelli composti e scuri, cammina piano verso un pianoforte. Si siede. Dietro gli arrivano tanti ragazzi, ragazze con lo sguardo intento circondano il pianoforte. L’uomo bello e giovane piega la testa di lato, mostra lo spazio indifeso tra l’orecchio e la nuca. E canta con quella voce roca che buca l’anima :

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    Quando la sera
    Tu ritorni a casa
    Non ho neanche voglia di parlare
    Tu non guardarmi
    Con quella tenerezza
    Come fossi un bambino
    Che rimane deluso
    Sì lo so
    Che questa
    Non è certo la vita
    Che hai sognato un giorno per noi
    Vedrai vedrai
    Vedrai che cambierà


    Di cosa sta parlando, Luigi Tenco? Di cosa parlava, allora, nel lontanissimo 1965?
    E di cosa parla ora, 9 febbraio 2017, quando dice «Mi sono innamorato di te perchè non avevo niente da fare» E perchè sembra che quelle canzoni parlino, tutte, di noi? Di noi come siamo adesso.

    Di noi che vediamo «i nostri sogni svanire» di noi che «lontano lontano nel tempo. qualche cosa negli occhi di un altro, ti farà ripensare ai miei occhi»? Cinquant’anni da una strana morte sono la scusa per far tornare vivo quell’uomo bello e strano, che non si capisce se fosse malinconico o scatenato, se bevesse grappa di pere o bicchieri di latte, se amasse Dalida o una studentessa a cui prometteva un viaggio in Europa per celebrare la laurea.

    Stiamo lì, incollati ai frammenti di «Teche teche tè», incollati a Tiziano Ferro che canta Tenco sul palcoscenico dell’Ariston, con il buio in sala.
    E ci prende come un magone, come una tenerezza.

    Quell’uomo lì, ci conosceva bene. Quell’uomo lì, non è mai morto. Sta dentro i nostri giorni, e ci costringe a guardare la vita come è sotto lo splendore dei suoi colori: in bianco. E in nero. Non so dirti come e quando.
    Ma vedrai che cambierà.


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