Esclusivo: I manoscritti originali delle lettere scritte da Luigi Tenco a Valeria

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  1. LaVerdeIsola
     
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    Quando, il 25 gennaio 1992 vennero rese pubbliche le lettere ( tre delle tante ) di Luigi Tenco a Valeria, la curiosità generale si concentrò su Valentino Tenco, che venne intervistato da alcuni rotocalchi per sapere da lui come quelle missive erano state recuperate.

    Ecco cosa dichiarò a "Panorama" del 9 febbraio 1992:

    Valentino Tenco racconta: "Mio fratello conobbe Valeria a Milano nel '64. Da allora si scrissero di continuo. C'è un fitto carteggio fatto di poesie, bigliettini lasciati sul cuscino, racconti e tante lettere, che lei nascondeva fra le pagine dei libri. Oltre cento documenti, rimasti per 25 anni nascosti, volutamente ignorati da Valeria".
    Ma come è potuto succedere che nulla si sapesse di questo amore, ne prima ne dopo la morte di Tenco? Il fratello avanza la sua ipotesi: "Luigi era un bel ragazzo, le donne gli correvano dietro, ma quando aveva un rapporto vero ne era geloso al punto di non parlarne con nessuno". Tanto che neppure Valentino sapeva dell'esistenza della donna fino a sei mesi fa, quando nella cassetta della posta trovò una busta. Ricorda: "Qualcuno, che io neppure conoscevo, in punto di morte, contravvenendo a una promessa fatta, mi forniva alcuni dati per rintracciare Valeria. Ci riuscii. La incontrai. E così conobbi una donna meravigliosa, di una grande sensibilità e cultura". La voce di Valentino Tenco si incrina quando racconta: "Ci siamo visti alcune volte. È stato molto doloroso per entrambi, perché entrambi abbiamo rivissuto un passato che ci sembrava distante. Ma forse ho capito di più il suo gesto. Il grande amore che ha vissuto. Alla luce di quelle lettere, come si può ancora pensare che Luigi si sia ucciso perché espulso dal Festival di Sanremo?".

    Ecco il testo delle tre lettere, l'ultima della quale scritta 10 giorni prima di morire:



    Milano, 13-10-65

    È molto carina quella piccola mansarda che ti ha offerto la tua amica; mi piace Adriana: è una ragazza con una classe innata, riflessiva, molto discreta. Spero vivamente che la sua presenza abbia un'azione positiva su di te, per smussare quel tuo caratterino così impulsivo e a volte irriducibile: solo un pochino, però!
    È deciso allora, amore, passerò all'RCA con l'anno nuovo. Sai, mi rendo conto che l'industria della canzone sta cambiando e mi aspetto molto da questo passaggio... ho l'impressione di essere arrivato a una svolta, ma non so ancora di preciso cosa ci troverò dietro. Mi rendo conto che l'RCA è una casa discografica con precisi criteri economici e mi rendo anche conto che ogni cantante che vi approda ha un preciso valore commerciale. Ma quello che io cerco, quello di cui ho urgente bisogno non è tanto, o solo, il successo, un riscontro economico, io non voglio, non posso commercializzare le mie canzoni, ma un riconoscimento, quello cui aspira qualsiasi essere umano quando fa qualcosa in cui crede.
    E poi... l'RCA vuol dire Roma e Roma vuol dire te... Devo ammettere onestamente che Roma, per quel che la conosco, non mi comunica un granché: mi sembra quasi di annegare in un mare di paparazzi che inventano le storie più assurde, e di vip e di esponenti della "jeunesse dorée" (niente di personale, credimi, ma sto pensando ad alcuni tuoi amici). Ma a Roma avrò te: potremo finalmente stare insieme senza quei continui spostamenti cui siamo costretti ora: e da ora in poi, le volte in cui dovrai tornare a casa, userai il treno (niente discussioni!), così io smetterò di preoccuparmi, aspettando che tu sia arrivata.
    Luigi.


    18-11-66

    Amore mio, Adriana ha promesso di farti avere questa lettera: ti prego, leggila, mi è costato scriverla, ammettere la mia stupidità, la mia presunzione, le mie debolezze, la mia ingenuità. Sono solo un uomo, e non tra i migliori, se mi sono lasciato trascinare in questa situazione assurda e non ho la forza e la volontà di uscirne, perché se lo tentassi ne sarei distrutto, comunque. Io ho sbagliato tutto nella mia vita, l'unica cosa giusta, pulita sei stata tu e a te non voglio e non posso rinunciare.
    Ti ho detto mille volte ti amo, ma non ti ho mai detto scusami (è una parola che non vuoi sentire!) per i miei tanti difetti, per non aver la forza di uscire da questo ambiente ipocrita, falso, spietato in cui domina il compromesso. Perchè sono una nullità. Mi hanno promesso il "paradiso": mi sento sull'orlo di un baratro. Come ho potuto arrivarci! Accidenti a te, perchè non hai avuto fiducia in me, perchè non mi hai detto di sì.
    Sei corsa da Massimo, giusto lui, è cosi comprensivo, bello, intelligente, ricco, disponibile e io, io sono furioso, geloso, infelice, disperato.
    È tutta colpa mia: io ho permesso a quella donna di costruire tutta questa storia, mi sono prestato al suo gioco, perché da idiota io lo credevo solo un gioco. Tenco e Dalida, la coppia vincente del prossimo festival. Che notizia golosa per i giornalisti! Io ho permesso agli altri di ricamarci sopra (ma se mi conoscessero veramente, come potrebbero crederci?). E poi, poi, quando tu te ne sei andata ho pensato di poter fare l'amore con lei, per punirti, per ferirti come tu stai ferendo me.
    No! Non ha funzionato. Ho tentato in tutti i modi, ho passato delle notti intere (aspetta un attimo!) a bere, a cercare di farle capire chi sono, cosa voglio, e poi... ho finito col parlarle di te, di quanto ti amo. Che gran casino, vero! Certo, lei si è dimostrata molto "comprensiva", ma mi ha detto che ormai dovevamo portare avanti questa "assurda" faccenda agli occhi degli altri. È una donna viziata, nevrotica, ignorante, che rifiuta l'idea di una sconfitta, professionale o sentimentale che sia. E ora non so più come uscirne. Tesoro mio, qualunque cosa tu possa sentire o leggere, credimi, abbi fiducia in me. Ti prego, ora basta: torna, ho bisogno di te: non ti chiederò nulla, non voglio sapere nulla.
    Ti amo tanto e ti voglio disperatamente.
    Luigi.


    Roma, 16-1-67

    Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace... a volte sono ingiusto, egoista, arrogante. Penso ai miei problemi e non sempre mi rendo conto di ciò che hai passato e stai passando. Potrai perdonarmi amore mio? Il fatto è che io, io non vorrei mai che tu ti allontanassi da me; quando questo succede mi sento così spaventato e solo come se tutta la solitudine del mondo mi pesasse sulle spalle. Sarà l'ultima volta! Al diavolo anche Sanremo, vada come vada, a questo punto non me ne frega più niente: voglio che passi, che finisca, voglio uscire da questo gran casino in cui mi sono infilato.
    Prometto: ti ascolterò tesi e tesine, parleremo di DNA, deficit idrico, zea mays e... di noi soprattutto. Appena avrai discusso la tesi faremo una cosa che non abbiamo fatto ancora, ce ne andremo per un periodo di tempo, tu ed io da soli. Andremo... in Africa... in Kenia.
    Guarda nel secondo cassetto della scrivania e comincia a fare qualche programma. Tesoro, avremo i giorni e le notti tutte per noi: potremo parlare, prendere il sole, fare l'amore, dimenticare i problemi che abbiamo vissuto, le angosce, i momenti bui. Potremo riscoprire il senso della vita.
    Ciao, Luigi.

    Torna presto: queste mie mani sono piene di carezze per te e io... io non sopporto la tua assenza.
    Luigi




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    LETTERA DATTILOSCRITTA DA LUIGI, DESTINATARIO VALERIA DEL 13 OTTOBRE 1966( FIRMATA A MANO DA LUIGI )

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    MANOSCRITTO DELLA LETTERA DEL 18 NOVEMBRE 1966 PARTE 1

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    MANOSCRITTO DELLA LETTERA DEL 18 NOVEMBRE 1966 PARTE 2


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    MANOSCRITTO DELL'ULTIMA PARTE DELLA LETTERA DEL 16 GENNAIO 1967 ( 10 GIORNI PRIMA DI MORIRE )

    Edited by LaVerdeIsola - 24/11/2010, 11:12
     
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