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    TG TENCO - 20 Marzo 2013: Dal 16 al 24 marzo, a Subiaco (Rm) si sta svolgendo la 3^ Mostra del Cinema di Subiaco – Memorial Tullio Piacentini intitolata, appunto, a colui che tra il 1965 ed il 1967 diede origine al fenomeno del Videoclip Musicale. Nella Mostra di quest’anno, calcando il successo delle mostre organizzate a Genova durante il 2012, verrà ripercorsa la storia del Videoclip e del suo inventore mediatico Tullio Piacentini attraverso la figura di Luigi Tenco proiettando, tra quelli di altri famosi cantanti, due suoi rarissimi filmati musicali e riproiettando, in via esclusiva per il pubblico di Subiaco, l’inedito film Passeggiando per Subiaco. Dopo le precedenti edizioni, alle quali hanno preso parte personaggi come Patty Pravo, Ninetto Davoli ed altri ancora, questa terza edizione vedrà la presenza di importanti personaggi del mondo della musica in particolare e del mondo della cultura in generale, tutti rivolti a riscoprire l’attualità musicale di Luigi Tenco, così come ricordato anche nel recente Festival di Sanremo da Fabio Fazio e dal vincitore Marco Mengoni che ha cantato il celebre brano Ciao Amore Ciao, che Tenco cantò nel 1967 sul palco di Sanremo insieme a Dalida.

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    Ecco tutti gli ospiti previsti

    Sabato 16 marzo, ore 16

    la Famiglia Tenco che ha sempre visto con simpatia tutti gli eventi dedicati alla valorizzazione della figura umana e musicale di Luigi Tenco. La Famiglia Piacentini rappresentata dalla giovanissima figlia Margherita che verrà da Ginevra appositamente per l’occasione, dal figlio Michele Piacentini e dal nipote Fabio disegnatore della locandina del film Passeggiando per Subiaco. Le Pecore Nere rappresentati dal Maestro Mauro Chiari, Chico Fusco, Stefano Mercanti, e da Michele Bovi. Il Maestro Gianfranco Reverberi, fraterno amico di Luigi Tenco nonché suo compagno di avventure musicali, noto al grande pubblico per il suo successo internazionale con la canzone “Crazy” riscritta insieme a Gnarls Barkley.

    Domenica 17 marzo, ore 16:00

    Saranno presenti alcuni degli attori dello spettacolo di teatro comico Un portafortuna porta fortuna? in tournèe durante la prossima estate tra cui la cantante-attrice Claudia Biagiotti che si esibisce anche per i concerti di piazza Videoclip in Concert, l’attore Max Buzzanca e l’attore Fabrizio Bracconeri che in questa giornata, proprio per aver rappresentato per molti anni una forma di legalità attraverso il programma televisivo Forum di cui è co-conduttore, riceverà l’attestato di Socio Onorario del Parlamento della Legalità direttamente dal Presidente Prof. Nicolò Mannino.

    Venerdì 22 marzo, ore 16

    sarà presente la giornalista-poetessa sublacense Dale Zaccaria che presenterà le sue opere poetiche; il duo musicale Noir Sisters che canteranno alcuni brani di Tenco ed altri del loro repertorio inedito. Infine la mini band Dual Band che per l’occasione sarà accompagnata alle percussioni da Mauro Micozzi.

    Sabato 23 marzo, ore 16:00

    sarà presente Enrico De Angelis, Direttore Artistico del Club Tenco e del Premio Tenco, che illustrerà la storia del Club Tenco attraverso un filmato che raccoglie tutte le edizioni del Premio Tenco ed intitolato Quelle facce un po’ così. A seguire si esibirà la cantante Fabiana Conti, con un repertorio musicale dedicato in buona parte a Luigi Tenco e accompagnata dalla sua band composta Carlo Emanuele Manca, Gianmarco Bruschi, Andrea De Petris e Stefano Petrocco.

    Domenica 24 marzo, ore 17

    sarà presente il Sindaco di Subiaco Francesco Pelliccia e l’Editore Michele Piacentini che consegneranno i riconoscimenti ai partecipanti della manifestazione. La voce di Radio Antenna1 all’ anagrafe Claudio Di Leo che leggerà alcuni brani di Luigi Tenco. Infine, la Roller Sound ‘70, la band più longeva di Subiaco, che eseguirà una serie di brani di Tenco.

    Inoltre da lunedì 18 a sabato 23 marzo la Mostra, sempre con ingresso gratuito, sarà aperta dalle ore 10:00 alle ore 20:00 per consentire le visite sia alle scolaresche che al pubblico ordinario.

    Storia del Memorial a Subiaco:

    Grazie ad un’accurata ricerca del giornalista Michele Bovi (autore del libro Da Carosone a Cosa Nostra, gli antenati del videoclip, Coniglio Ed.) e al materiale cinematografico messo a disposizione dall’ editore Michele Piacentini, si è potuta ricostruire l’interessante storia del regista-produttore Tullio Piacentini che nel 1965 realizzò alcuni film (Viale della canzone, 008 Operazione Ritmo, Questi Pazzi Pazzi Italiani) che raccoglievano i filmati musicali, quelli che ora si chiamano videoclip, di tanti famosi cantanti italiani programmandoli nei cinematografi d’Italia e di buona parte d’Europa. Fu così che tanta gente ebbe occasione di vedere, dato che i televisori non erano ancora ampiamente diffusi, i volti e le movenze dei big della musica italiana degli anni ’60 e ’70. Tullio Piacentini non si fermò alle produzioni cinematografiche ma si dedicò anche alle produzioni della nuova era, quella della televisione. Nel 1967, infatti, realizzò il primo format tv musicale che mandava in onda sul piccolo schermo i primissimi videoclip, molti anni prima della nota emittente MTV, producendo il tele-film Passeggiando per Subiaco (ad oggi ancora inedito) e nel quale apparivano personaggi come Patty Pravo, Lucio Dalla, Fred Bongusto, Nicola Di Bari, Mal dei The Primitives e tanti altri tra i quali il noto gruppo Le Pecore Nere che proprio in questo film si esibirono sulle note del brano Ricordo un ragazzo dedicato a Luigi Tenco, morto pochi mesi prima durante il Festival di Sanremo.

    L’evento culturale, già insignito del Premio Presidente della Repubblica, è stato patrocinato dal Comune di Subiaco e dalla Regione Lazio e si svolgerà nel periodo della ricorrenza di San Benedetto che, tra monasteri e siti archeologici, ha reso la Città di Subiaco famosa in tutto il mondo.

    FONTE: http://www.lospaccatv.it/2013/03/15/la-fam...lio-piacentini/
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    Jorge Mario Bergoglio è stato eletto oggi 266esimo Papa della Chiesa Cattolica. Bergoglio è nato il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, in Argentina, il primo di cinque figli di una famiglia di origine italiana (piemontese, per la precisione; suo padre lavorava nelle ferrovie). È entrato nella Compagnia di Gesù nel 1958, a 22 anni e ha studiato chimica oltre a filosofia e teologia. Parla bene l’italiano, oltre allo spagnolo e al tedesco.

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    È stato ordinato sacerdote nel 1969, ottenendo nel corso degli anni posizioni importanti nell’ordine gesuita, poi nel clero argentino e parallelamente in diverse Congregazioni della Curia romana (semplificando, i vari “ministeri” in cui è organizzata la Chiesa Cattolica). Fu nominato arcivescovo di Buenos Aires nel 1998 e poi cardinale da Giovanni Paolo II il 21 febbraio 2001. Con circa 480 milioni di fedeli, l’America Latina è il continente con il maggior numero dei cattolici nel mondo (circa il 40 per cento) anche se prima di oggi non aveva mai espresso un pontefice (d’altra parte solo il 17 per cento dei cardinali elettori era latinoamericano).


    IL PAPA FRANCESCO I....FA LA SUA PRIMA APPARIZIONE

    Che cosa pensa Bergoglio
    Per quanto riguarda le sue convinzioni, Bergoglio è considerato nel complesso un “moderato”: non apertamente progressista – dal punto di vista della dottrina religiosa è anzi piuttosto conservatore – ma ha sempre dimostrato una particolare attenzione ai temi sociali. È conosciuto, per esempio, per i suoi richiami alla povertà, come è testimoniato anche dal nome che ha scelto: quando fu nominato cardinale, Bergoglio persuase centinaia di argentini a non accompagnarlo nelle celebrazioni a Roma, e a dare il denaro dei biglietti aerei ai poveri. Nel 2001 fece un gesto eclatante come baciare i piedi di alcuni malati di AIDS in ospedale. Infine, è molto attento al dialogo interreligioso: un anno fa ha pubblicato un libro, Sobre el cielo y la tierra, scritto insieme al rabbino argentino Abraham Skorka.

    Alcune di queste cose si sono viste subito, dalla relativa “novità” del suo primo discorso da Papa: poco distaccato e molto diretto, con un forte richiamo alla preghiera e un’insistenza inedita sul ruolo del Papa come vescovo di Roma.



    In questo video del settembre 2011, Bergoglio parla dei problemi delle condizioni di vita in parte della popolazione di Buenos Aires, in occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento sessuale e la tratta di essere umani. Bergoglio dice: «La schiavitù non è stata abolita in questa città, è all’ordine del giorno in diverse forme. È strutturale».

    Anche le aperture sui temi sociali sono comunque da contestualizzare: negli anni Settanta, mentre in tutto il Sudamerica c’era un dibattito accesissimo sulla cosiddetta “teologia della liberazione”, Bergoglio si era dimesso da una importante posizione nei gesuiti perché non condivideva le aperture dei più importanti membri dell’ordine. La teologia della liberazione era un’interpretazione del messaggio cristiano particolarmente aperta ai temi dell’emancipazione sociale e con un messaggio, semplificando all’estremo, “rivoluzionario”.

    I gesuiti, anche a causa delle loro aperture, vennero molto ridimensionati dalla Chiesa di Roma (molto attivo in questo senso fu Giovanni Paolo II): il gesuita Bergoglio appoggiava la linea più “romana” e quindi conservatrice nel dibattito. Ci si può aspettare, però, una particolare attenzione all’aspetto della povertà anche durante il suo pontificato, e sarà interessante vedere che cosa succederà nella gestione dello IOR – la banca vaticana – da molto tempo al centro di scandali finanziari e tuttora in un periodo molto turbolento. Un altro particolare, a proposito di povertà: la croce che portava al collo e con cui si è presentato ai fedeli era probabilmente di legno.

    Bergoglio è conosciuto comunque per avere modernizzato la Chiesa argentina, che nei decenni passati era stata tra le più conservatrici dell’America Latina, e per aver mantenuto sempre un basso profilo nella gerarchia ecclesiastica argentina. A Buenos Aires non ha mai vissuto nell’elegante dimora ecclesiastica ma ha sempre preferito una stanza molto semplice, riscaldata in inverno da una piccola stufa. Per anni si mosse con i trasporti pubblici per Buenos Aires per avere diretto contatto con i poveri della città. Nel corso del tempo Bergoglio ha rallentato molto la sua attività con i poveri, sia per l’età che per l’asportazione di un polmone a seguito di una grave infezione che lo colpì durante l’adolescenza.
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    TG TENCO - 13 Marzo 2013: Una serata per ricordare il grande genio di Luigi Tenco è prevista sabato 23 marzo ad Alba (CN) presso Zona H alle 21.30. Protagonista sarà Zibba con il giornalista Enrico Deregibus. L'appuntamento, presentato da Collisioni e H-zone, fa parte del ciclo “Jukebox all’idrogeno #2” ed è intitolato “Ciao amore ciao…”. L'ingresso è gratuito.
    « Io sono uno/ che sorride di rado,/ questo è vero, / ma in giro ce ne sono già tanti/ che ridono e sorridono sempre,/ però poi non ti dicono mai cosa pensano dentro » (Luigi Tenco, Io sono uno, 1966).

    Luigi Tenco si tolse la vita con un colpo di pistola alla tempia destra nella stanza 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967. Durante le giornate del Festival. Si chiuse così, nel modo più tragico ed oscuro, la controversa parabola di uno dei cantautori più emblematici e contraddittori degli anni Sessanta.

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    Erano gli anni della contestazione studentesca, dei moti di piazza, delle occupazioni universitarie che annunciarono il ’68. Anni di fermento culturale e musicale, in cui il jazz veniva suonato nelle cantine, il rock’n’roll riempiva i cartelloni dei più sconclusionati festival giovanili, e in cui nascevano le convulse e spesso confuse tematiche sociali del primo folk-beat italiano. Tenco incarnava, a fior di pelle, e spesso suo malgrado, le contraddizioni più profonde e laceranti di quel periodo, ma anche i fermenti più vivi e fecondi. Nelle sue canzoni ritrasse impietosamente la società italiana di quegli anni, il mondo asfittico della nostra canzone popolare, passando da una malinconica, sconsolata rassegnazione a una sferzante, quasi nevrastenica ansia di sovversione e rinnovamento. La sua prosa aspra e disadorna, così poco convenzionale rispetto all’estetismo puritano dell’epoca, intrisa di poesia crepuscolare e di invettiva bruciante, al pari del suo personaggio scontroso e antisociale, ne fece un antesignano degli eroi tormentati e “maledetti” del rock alternativo (che più volte gli renderanno omaggio) ancor prima che dei cantautori militanti degli anni ‘70.

    Autore di capolavori come “Vedrai, vedrai…”, “Mi sono innamorato di te”, “Non Sono Io”, “Ciao amore, ciao!”, la figura di Tenco divenne simbolo di libertà espressiva e di anticonvenzionalità. Fu lui ad ispirare, nell’ambito della ricerca musicale, la battaglia per l’affermare di musica “alternativa”, che rifiutava i circuiti mediatici della grande distribuzione, libera dall’assillo del successo popolare e del consenso di massa. La testimonianza e la sopravvivenza di mondi altri e possibili all’interno dell’angusto e vilipeso universo culturale.

    A Luigi Tenco molti cantautori italiani hanno dedicato versi e canzoni, da Lucio Dalla, ai Nomadi, a Francesco Guccini, Vinicio Capossela, La Crus, John De Leo, Mike Patton. Ma i più belli, forse, rimangono i versi a lui dedicati da Fabrizio De Andrè nella canzone “Preghiera in Gennaio”, scritta di getto il giorno dopo la morte dell’amico: “Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia se in cielo, in mezzo ai Santi, Dio, fra le sue braccia, soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte, che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte”.

    Collisioni e Zona H vogliono ricordare il grande genio di Luigi Tenco in una serata informale. La seconda lezione del ciclo Jukebox all’Idrogeno, la serie di lezioni anticonvenzionali sulla musica, inaugurata con grande successo a dicembre con Bunna e Raphael. E chi poteva essere il protagonista di questa lezione, se non Zibba? Una delle voci più interessanti del cantautorato italiano contemporaneo. E vincitore della Targa Tenco per il miglior album nel 2012. Alla figura poetica e controversa di Tenco è legata la musica di Zibba, le tematiche da lui affrontate, la vita di tutti i giorni, il sesso, l’amore, l’amicizia. E poi vene pulp e bukowskiane accostate a messaggi che colpiscono dritti alla pancia e all’anima. Finestre sull’umanità e sulle sue infinite sfaccettature. Un esempio di come la musica, spesso meglio di altri linguaggi, sappia portare alla luce misteri ed ombre dell’esistenza, dando voce all’ansia di libertà e di ribellione che è dentro tutti noi.

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    A moderare la serata un vero esperto di Luigi Tenco, curatore di un libro sulla sia vita, Enrico Deregibus, piemontese, giornalista, saggista nonché operatore culturale nel settore musicale. Con lui si parlerà anche del famoso Club Tenco, il più importante organismo per la canzone d’autore in Italia, nato nel 1972 per celebrare la memoria del grande cantautore, e che organizza fra l’altro il prestigioso Premio Tenco.

    Enrico Deregibus è ideatore e curatore del "Dizionario completo della canzone italiana", pubblicato da Giunti, e con Enrico de Angelis e Sergio Secondiano Sacchi nel 2007 ha curato il volume su Luigi Tenco “Il mio posto nel mondo. Luigi Tenco, cantautore. Ricordi, appunti, frammenti” (BUR). Collabora con diverse testate ed è stato a lungo vicedirettore della rivista L'Isola che non c'era. È direttore artistico o consulente di live-club e di numerose manifestazioni di carattere musicale, dal Meeting Etichette Indipendenti (per il quale è responsabile della sezione "Mei d'autore") all'"L'Isola in Collina- Tributo a Luigi Tenco" di Ricaldone (Al) e al "Premio Bindi" di Santa Margherita Ligure. Ha curato inoltre “La leva cantautorale degli anni zero”, progetto di valorizzazione della nuova canzone d'autore italiana promosso da Club Tenco e MEI.

    FONTE:
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    TG TENCO - 9 Marzo 2013: La mostra, inaugurata lo scorso 22 dicembre, è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Finale Ligure nell'ambito di un progetto dedicato al cantautore che nei mesi di gennaio e febbraio ha proposto un reading con proiezioni e musica dal vivo, un recital-tavola rotonda e la prima nazionale dello spettacolo teatrale “Luigi Tenco. L’ultima notte” di Ferdinando Molteni, nell’interpretazione di Roberto Tesconi.

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    La mostra presenta anche alcune memorabilia: un prezioso e raro autografo e documenti su Sanremo del 1967.

    “Luigi Tenco 1967. Ciao amore, ciao”, mostra di dischi, giornali, cimeli, immagini e documenti, è aperta fino al 17 marzo e dal 24 al 31 marzo, a Finalborgo, Oratorio de’ Disciplinanti, dalle 15 alle 20, chiuso il lunedì.

    FONTE: http://www.savonanews.it/2013/03/09/leggi-...ml#.UTtGP1f_40w
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    TG TENCO - 08 Marzo 2013: Gli inizi al Piccolo di Milano, le canzoni della Mala, l'incontro e la passione con Gino Paoli e l'alchimia con il trombettista jazz Fresu. E' Ornella Vanoni raccontata nel docu-film "Ricetta di Donna" di Alexandra Della Porta Rodiani. Ornella dice la sua su Luigi Tenco: "Il suo suicidio è stato tragico e ridicolo allo stesso tempo, Ma ci si può ammazzare come 'atto di protesta contro un pubblico che manda Io, tu e le rose in finale'?".

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    "Ornella Vanoni. Ricetta di Donna", che verrà proiettato l'11 marzo al Teatro Strehler di Milano, è il primo docu-film dedicato all'interprete. Ottanta minuti di storia di vita vera e di passioni musicali oltre che amorose che culminano poi con una chicca musicale: Ornella canta "My Way" accompagnata dalla tromba dell'amico Paolo Fresu. Tanti gli amici che raccontano la "loro" Vanoni. C'è lo scultore Arnaldo Pomodoro: "Ogni venerdì andavo al Piccolo di Milano- racconta - e lei aveva una luce particolare. Strehler aveva capito che la voce di Ornella aveva qualcosa di diverso e andava usata ancora più che il corpo. Nascono così le canzoni della mala che raccontavano di persone che avevano ucciso. La faccia di Ornella era lo specchio di quello che era il suo racconto". La cantante racconta di quella volta che si spogliò per Playboy. Non pretese soldi ma un'opera di Pomodoro. Ancora sul periodo al Piccolo: "Mentre le altre amiche passeggiavano in via Montenapoleone e si sposavano con un benestante, io mi sono iscrivevo al Piccolo di Milano per cantare Bertolt Brecht. Come i guerrieri usano la corazza io ho usato il corpo".

    La carriera di Ornella è stata costellata anche da incontri importanti come con Giorgio Gaber che in una trasmissione tv l'ha accompagnata alla chitarra in "Ma mi" e poi lui, uno dei suoi grandi amori, Gino Paoli. "La prima volta che ho visto Ornella - racconta il cantautore - aveva i capelli crespi, tutta vestita di nero con una faccia incisiva e con due grandi mani". Le stesse mani che poi hanno ispirato "Senza fine". La cantante ammette che con Gino non è stato proprio un colpo di fulmine "ma una scarica". "Quando l'ho visto ho subito chiesto chi fosse - racconta - e mi avevano risposto 'quello li è frocio e scrive cose orrende' e a lui avevano detto che io ero lesbica!". Il rapporto tra i due è stato passionale ma anche magico, poi sfociato in un'amicizia intensa che dura tutt'oggi. E' proprio anche grazie al loro amore che Ornella ha conosciuto Luigi Tenco, uno degli amici più importanti di Paoli. "Tenco aveva un atteggiamento da perdente - rivela Ornella - e quando Paoli mi diceva che era simpaticissimo, io sinceramente mica mi facevo tutte 'ste gran risate! Mi piaceva perché gran parte delle canzoni di Tenco erano meravigliose con uno sfondo jazz. Con Gino erano molto amici e lo ha anche aiutato economicamente. Un giorno avevo visto Luigi a Sanremo, parlava con gli occhi chiusi. Ad un certo punto li ha aperti ed erano come quelli del gufo. Non sapevo di cosa era fatto, poi l'ho scoperto dopo: tre Pronox e una bottiglia di cognac. Dopo averlo visto così sono andata a riferire ai signori della casa discografica Rca e Dalida, era mio dovere dirglielo. Sulla questione del suicidio non so come siano andate le cose, di certo l'ho trovato tragico e ridicolo allo stesso tempo. Pare che Luigi e Dalida avessero litigato ma il loro era un amore che era appena nato, non credo che i motivi fossero sentimentali. Certo era rimasto colpito dal fatto che gli avessero cambiato il testo di Ciao amore ciao".

    Sempre a proposito di Sanremo, Ornella ricorda il suo primo Festival nel 1965: "Dovevo cantare 'Abbracciami forte'. Mi sono presentata con una parrucca che sembrava venire dal film 'Il pianeta delle scimmie' e in più ero terrorizzata". C'è spazio anche per qualche considerazione sulla televisione di quei tempi, come ad esempio "Studio Uno" di Antonello Falqui. "A quei tempi - spiega la cantante - c'era una cura maniacale dei dettagli per 'costruire' il personaggio del cantante. C'era uno studio fisso a disposizione e delle luci magnifiche. Oggi lo studio televisivo si rimonta e si smonta per lasciar spazio ad altre produzioni dunque non c'è molto tempo per fare le prove. Oggi non c'è tempo per vivere, figuriamoci per lavorare! Può anche capitare che le luci della pubblicità del prosciutto siano poi le stesse della produzione televisiva che viene montata sullo stesso set dopo". Il docu-film poi si snoda lungo il percorso artistico di Ornella con il produttore Sergio Bardotti, geniale e burbero allo stesso tempo che ha portato la cantante in America per incidere poi il disco con i brasiliani Vinicius de Moraes e il chitarrista Toquinho "La voglia la pazzia l'incoscienza l'allegria" del 1976. Poi l'incontro con Mario Lavezzi fino alle ultime produzioni e tournée. Insomma il bel docu-film mostra un'artista a tutto tondo che all'apparenza sembra dura e sicura ma in fondo ha mille fragilità. Ornella Vanoni è sempre stata considerata un'icona del fascino e dell'eleganza e lei risponde così: "Il fascino è una cosa che ho capito dopo. Devi usare il cervello e la parola. Nella seduzione sono due cose che vanno insieme".

    Ornella Vanoni sta lavorando alla realizzazione del suo prossimo disco di inediti "Meticci" che uscirà a settembre con tante collaborazioni tra cui Franco Battiato. In queste settimane la cantante è in concerto con “Canto Perché Mi Rende Felice Tour”. Queste le prossime date: il 9 marzo al Teatro Italia di Gallipoli (LE); il 6 aprile al PalaCongressi di Rimini; il 10 maggio al Teatro della Pergola di Firenze.

    Fonte: www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/...-ridicolo.shtml
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    Il 20 gennaio 2009, Luigi Tenco 60's - La verde isola, è scesa in campo "CON UNA PROTESTA" . Chiediamo, vogliamo ed esigiamo giustizia!. SOSTIENI ANCHE TU LA NOSTRA BATTAGLIA: www.facebook.com/casotenco ( ci sostengono al momento oltre 50.000 italiani )

    LE 5 "PROVE" DELL'OMICIDIO DI LUIGI TENCO: http://luigitenco60s.forumfree.net/?t=26753305

    Qualche giorno fa, il 27 Febbraio 2013 su "Restrospettive", lo scrittore e giornalista Mauro Valentini ha pubblicato un articolo dal titolo molto forte: "Tenco, un suicidio senza misteri". La prima cosa che colpisce è la piena convinzione che si sta raccontando qualcosa che è stato ampiamente provato, dimostrato e che è realmente accaduto. La seconda cosa che pero' a me non sorprende è che TUTTI GLI ARTICOLI SCRITTI SUL CASO TENCO DAL 1967 AD OGGI sono tutti uguali!!! Identici, quasi fossero scritti da un'unica persona.....e invece no!!! Decine e decine di scrittori, giornalisti CHE NON SI CONOSCONO, hanno fatto una cosa meravigliosa: SONO RIUSCITI A SCRIVERE TUTTI LO STESSO ARTICOLO!!!
    Gli stessi punti "cruciali" per dimostrare il suicidio di Tenco, MAI PROVATI, MAI CERTI.....figli dell' articolo "PADRE" uscito poche ore dopo la morte di Tenco nel 1967 e da dove TUTTI GLI SCRITTORI HANNO ATTINTO per fornire alla gente nel corso dei decenni...LA MOTIVAZIONE DELL'INSANO GESTO.
    Potrebbe sembrare una coincidenza ma a mio modo di vedere non lo è. Chi puo' aver voluto che Tenco fosse raccontato sempre nella stessa medesima maniera dai media sin dal 1967 ai giorni nostri? Leggendo la mia analisi....e non guardando solo alle analisi NON EFFETTUATE di 46 anni fa, credo sia possibile intuirlo.
    Il giornalista di quest'articolo ha "ufficialmente" invitato noi ad un confronto che accettiamo con piacere perchè Mauro Valentini che scrive per "Retrospettive" ed autore dell'articolo che andremo a leggere è stato molto gentile con noi e noi non vogliamo sottrarci. Accettiamo il confronto perchè l'articolo rispecchia le mezze verità raccontate dai media nel 1967 e nel 2006 e dunque possono indurre facilmente il lettore ad una disattenta quanto fuorviante analisi di cio' che puo' essere effettivamente accaduto la notte del 27 Gennaio 1967 visto che all'interno sono presenti "errori di fondo" che rendono falsa "la trama" ( come ho detto sopra, la colpa non è dell'autore dell'articolo che ha solo analizzato il Caso superficialmente, ma dell'articolo "padre" altamente virale nato nel 1967 ).



    L'articolo si trova qui: http://www.retrospettive.com/luigi-tenco-i...nanima-inquieta

    ...ma noi lo analizzeremo passo passo leggendolo qui:

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    Tenco1967

    “Guardare ogni giorno, se piove o c’e’ il sole,
    per saper se domani, si vive o si muore.
    e un bel giorno dire basta e andare via.
    Ciao amore, ciao amore, ciao amore ciao.”


    Quella sera, dopo aver cantato questa canzone, Luigi Tenco da Cassine stava aspettando il verdetto degli esperti, per sperare in un ripescaggio per la fase finale di Sanremo 1967.

    “Ciao Amore ciao” cantata in coppia con la sua compagna Dalida non era andata molto bene nella fase iniziale della gara, e soltanto un ripescaggio all’ultimo spareggio contro la canzone di Mogol “La rivoluzione”, cantata da un certo Pettenati lo avrebbe portato alla serata finale.

    Luigi appariva spento, e Dalida lo aveva più volte in pubblico anche apostrofato: “ questo mi distrugge la canzone” aveva urlato durante le prove.

    L'errore che si è sempre commesso nell'analizzare il Caso Tenco sta tutto racchiuso nelle due righe che abbiamo appena letto. II Caso Tenco da 46 anni non è mai stato analizzato dal punto di vista tecnico dai media ma è diventata una "fiction". "Tenco aveva lo sguardo spento", "Tenco stava male", "Tenco non ha retto la sconfitta". Queste "forzature letterarie" non dettate dalla "prova" che Tenco stesse davvero così, ha portato poi negli anni tutti a ripetere le stesse frasi....quasi facendole diventare un "testamento di Tenco", senza che Tenco abbia mai potuto certificare che davvero si sentisse cosi. DOV'E' LA PROVA?
    E' bastato che un testimone presente a Sanremo dicesse "certe" cose che i media hanno SUBITO confezionato in men che non si dica senza approfondire ( e ancora regge dopo 46 anni ), IL SUICIDIO DA MANUALE DI LUIGI TENCO. Eppure mi chiedo come mai le frasi del testimone che invece attesta di aver visto un Tenco sereno e disteso e Dalida nervosa accanto a lui che si mordeva le unghie.... non hanno avuto un seguito nella "fantasia" e "creatività" dei giornalisti che a quanto pare volevano costruire sin da subito intorno a Tenco ( per volere della p2 che come ben sappiamo controllava anche i giornali ) la figura del "mito" che si uccideva pen noi e per la nostra salvezza. Negli anni a seguire tutti coloro che hanno scritto degli articoli sulla morte di Tenco senza approfondire e senza avere voglia di capire fino in fondo, hanno solo sfornato degli articoli "clone", figli dell'articolo padre altamente "virale" ( un virus ) del 1967: e quindi ecco che TUONA ad ogni articolo la figura del "Tenco triste", "del Tenco deluso", ecc ecc. Come se fosse possibile riuscire a capire cosa passa davvero dentro la testa delle persone e dunque di Tenco. Come se fosse possibile stabilire le sue intenzioni a prescindere.....e le intenzioni a prescindere secondo gli addetti ai lavori non hanno lasciato scampo: suicidio. Non importa se negli anni sono venute fuori delle nuove ed importanti rivelazioni, come le 3 minacce di morte ricevute al ritorno dall'Argentina, il conseguimento del porto d'armi e l'acquisto di due pistole per autodifesa, la volontà espressa 20 minuti prima di morire di voler indire una conferenza stampa per denunciare le combines del Festival con tanto di nomi e cognomi.......nulla, la morte di Tenco è stata confezionata dal principio in una data maniera? Puo' cascare il mondo, potrebbe perfino ( certo è fantascienza ) presentarsi l'omicida pentito sotto casa di ognuno.....che quello di Tenco sarebbe e resterebbe un suicidio. Perchè Tenco è ormai un mito, una figura intoccabile che deve essersi necessariamente suicidato NONOSTANTE IL GUANTO DI PARAFFINA ABBIA CERTIFICATO che quella mano molto probabilmente non ha sparato. Ecco dove volevo arrivare....puo' davvero cascare il mondo....MA LA FIGURA DEL MITO TENCO deve restare tale a tutti i costi. Hanno fatto un ottimo lavoro quelli dei sistemi deviati, la figura del Tenco "triste, depresso e malinconico", è entrato talmente in profondità.......diventando verità assoluta a prescindere. E del Tenco sereno dopo il verdetto come raccontato da alcuni, non frega a nessuno.


    L’anno prima, anche Celentano con “il ragazzo della via Gluck” era stato eliminato dalla giuria prima della finale, e questo forse dissero a Tenco, per consolarlo quando gli comunicarono il verdetto che escludeva dalla finale la sua canzone.

    Una canzone che Luigi aveva plasmato per i gusti del Festival, togliendo riferimenti troppo politici e regalandogli quel ritornello “ da Sanremo” come si dice delle canzoni che devono esser orecchiabili al primo ascolto.

    Tenco va su tutte le furie, esce dall’Hotel, litiga con Dalida, forse la crede responsabile del suo fallimento, troppo appariscente e trasgressiva per il pubblico ingessato e cattolico del Festival, scappa, gira per ristoranti, torna all’Hotel Savoy dove alloggia in uno stato di grande agitazione.

    Eccolo qui l'altro errore "grave" che è stato commesso, non dall'autore di quest'articolo.....ma dall'articolo "padre" del 1967 che ha poi "formato" in maniera deviata.....tutti i futuri scrittori, opinionisti, gente comune che purtroppo leggevano quegli "articoli assassini" diventati poi riferimento. Che Tenco alloggiasse al Savoy è chiaro a tutti....ma che ci torno' agitato e con chiari propositi suicidi.....E' UNA DEDUZIONE, UNA FORZATURA NATA APPOSITAMENTE E CHE INDUCE A PENSARE CHE I FATTI SIANO ANDATI REALMENTE COSI ma in verità non C'E' UNA PROVA che attesti questo, tutt'altro. La sua auto era pulita quando parti' dal Casino' di Sanremo in direzione Nostromo e dove accompagnò la comitiva prima di ripartire sgommando. E qui il colpo di scena che rovina LA TRAMA CONFEZIONATA. Subito dopo la morte, abbiamo appurato che l'auto era sporca di sabbia.....dov'e' andato Luigi Tenco? Sul paraurti dell'auto c'e' una mano che poi ad un certo punto si trascina fino alla fine. Di chi è quella mano?

    manoallungataluigi
    L'auto di Luigi sporca di sabbia.....DOPO LA SUA MORTE...e la strana mano trascinata....

    E' vero che il portiere certifico' che Tenco fosse rientrato ma è stata una deduzione la sua visto che le chiavi come da lui dichiarato, non stavano nella buca. E VOI CREDETE DAVVERO CHE UNA PERSONA DOTATA DI BEN DUE PISTOLE ( DI CUI UNA IN VALIGIA DENTRO LA CAMERA ), lasci le chiavi nella hall quando esca?? Sicuramente le avra' portate con se....quindi ecco l'altra forzatura: "dopo aver accompagnato la comitiva al nostromo, ando' in albergo...agitato....e quant'altro. E' una forzatura "letteraria" nata nel 1967 e ripresa dagli addetti ai lavori fino ai giorni nostri. Non vi è prova che Tenco torno' in hotel, nessuno lo incrocio' fisicamente nel corridoio, nessuno puo' dire con certezza che lui sia davvero rientrato in hotel. Abbiamo un auto sporca di sabbia dopo la morte che prima si mostrava pulita ed abbiamo una telefonta fatta dal Tenco che cozza....con la forzatura "letteraria" di voler far ritornare Tenco in HOTEL A TUTTI I COSTI: parlo della telefonata di Tenco a Valeria fatta poco prima di morire, dopo aver accompagnato la comitiva al Nostromo e che nasconde una "grande sfumatura" che pero' sfugge sempre casualmente a tutti. Se la reception ha dichiarato che Tenco non ha ricevuto e non ha fatto telefonate dalla sua camera......e i cellulari non esistevano, Tenco non è rientrato in hotel. Tenco in questa telefonata confido' a Valeria di aver indetto una conferenza stampa l'indomani per denunciare le combines del festival con tanto di nomi e cognomi ( e dopo 20 minuti muore per tutti suicida....ha logica?? ) e inoltre si diedero appuntamento per l'indomani all'aereoporto di Genova.Ma allora perchè questa forzatura "letteraria" del Tenco che accompagna la comitiva e rientra inquieto e quant'altro in HOTEL? Perchè la p2 ha saputo costruire bene "la trama" attraverso i media sin da subito ( IL COMMISSARIO MOLINARI tessera 767 della p2, COMUNICO' IL SUICIDIO DI TENCO ALL'ANSA DA CASA, PRIMA DI ANDARE IN HOTEL E FARE I RILIEVI DEL CASO ). Casualità? No, il Commissario Molinari ha semplicemente subito cominciato a "seminare" SECONDO UN DISEGNO PRESTABILITO....e a diffondere il virus menzoniero ancor prima di appurare cosa fosse ai media.....che hanno poi avuto il compito di "addormentare" la gente con la "leggenda" del mito che protesta contro una società e contro un mondo....in modo da non fargli mai venire la voglia.....di capire fino in fondo. I miti non si toccano. Sin qui abbiamo fissato due punti: che Tenco fosse inquieto, depresso e che fosse tornato in HOTEL con chiari intenti suicidi, non lo si deduce da nulla.......DALL'ALTO HANNO SCRITTO UN COPIONE....e per l'immaginario collettivo è diventato LEGGE.


    Disperato e depresso, in preda a conflitti interiori che ( come vedremo più avanti ) verga di suo pugno, con i suoi soli 28 anni già cosi vissuti, scrive una lettera di protesta e si spara, nella camera 219, alle ore 01:20 circa del 27 Gennazio 1967.

    Disperato e depresso....ecco di nuovo il "tormentone" che fa breccia subito nell'italiano medio. Ma che quella sera Tenco sia stato depresso o ancor piu' disperato.....non v'e' prova. Le testimonianze sono discordanti perchè c'e' chi l'ha visto triste, chi l'ha visto scherzare.....pero' si è voluto dare sempre peso alla "visione d'insieme" che facesse piu' effetto....senza curarsi o verificare che cio' corrispondesse al vero

    Lucio Dalla e Sandro Ciotti lo trovano in un lago di sangue, c’è anche Dalida che urla di fare qualcosa ma Luigi Tenco è già morto.

    Da qui in poi, accade di tutto e tutto concorrerà a creare il mistero, “il caso Tenco”, un mistero alimentato da una serie di nefaste azioni da parte di tutti, dalla stessa Dalida che scappa appena può dall’Italia, dai dipendenti dell’hotel che spostano (per dove non si è mai saputo) il cadavere, per poi riportarlo maldestramente in posizione quando arriva la Polizia scientifica e dagli inquirenti che accorsi sul luogo pensano più allo scandalo mediatico che a fare rilievi, non trovano niente, oppure peggio dimenticano di fare verifiche.

    Il virus iniettato nel sangue degli italiani attraverso i media nel 1967, hanno avuto un doppio effetto: che oltre alle inesattezze riportate, il virus si è propagato e si propaga ancor'oggi attraverso "inediti" fantascientifici elementi nuovi INVENTATI DI SANA PIANTA che ogni tanto lo scrittore di turno che si trova a parlare del Caso Tenco SENZA AVERLO STUDIATO MA DOPO AVER DATO UNA RAPIDA LETTURA mette in pasto nel calderone MENZONIERO riguardo la morte di Tenco...TUTT'ALTRO CHE COMPLESSA, SEMPLICISSIMA DA COMPRENDERE.
    Apprendo difatti per la prima volta e ci rido sopra.....che a spostare il cadavere è stato niente popo' di meno che il PERSONALE DELL'HOTEL quando invece è stato il COMMISSARIO MOLINARI a far spostare il corpo prima dei rilievi, di fatto commettendo il reato di vilipendio di cadavere ( esatto, lo stesso che ha telefonato all'Ansa diramando la notizia del suicidio ancor prima di vedere il cadavere. Ma tant'è....che il suo comportamento successivo non fa una piega....col comportamento tenuto al'inizio....eppure nessuno si domanda il perchè ). Dunque non è stato il personale dell'hotel a spostare il cadavere come attesta lei. Non è colpa sua, questo è stato lo scopo dei sistemi deviati: "un po' di palle le spariamo noi all'inizio e diamo il "via", un po' di palle le sparano gli altri incosapevolmente perchè rincoglioniti dal nostro "capolavoro confezionato" ed il gioco è fatto..


    Il Festival va avanti, c’è una gara e una diretta radiotelevisiva da salvare, e in una atmosfera irreale vince la coppia Claudio Villa – Iva Zanicchi, mentre la canzone che ha causato l’estromissione di Tenco, “la rivoluzione” arriva ultima.

    Intanto neanche l’autopsia si fa al povero Luigi, tutto sembra chiaro, la lettera, la pistola, il suicidio.

    Tutto normale no? Sono stati commessi dei reati molto gravi quella sera ma le si chiama nefandezze, negligenze. D'altronde i militanti della p2 come il Commissario Molinari erano geni nel dimostrare a tutti di essere dei "poveri caduti dalle nuvole" no? Secondo il "virus" che si è propagato ed ha addormentato le coscienze infatti, Molinari è stato un'ingenuo, uno sprovveduto, uno che si è lasciato addirittura intimidire da un dirigente della Rai che lo ha minacciato di farlo estromettere se non avesse subito portato via il cadavere per non turbare il festival. La p2 intimorita dalla Rai....roba da fantascienza direi, eppure la favola del commissario intimidito e che viene condizionato dagli eventi del festival regge. Regge e qui sono stati dei geni "loro" perchè la gente non "alza le antenne preoccupata" neanche apprendendo che il commissario da veggente diramò la notizia del suicidio all'Ansa ancor prima di vedere il cadavere. Qui stiamo parlando di p2 che la gente non so sta scambiando forse veramente per GIOVANI MARMOTTE, noi da tempo stiamo denunciando questo ma non so per quale ridicolo motivo il Commissario Molinari alla fin fine viene visto da tutti come il commissario ingenuo e stupidotto militante delle sopracitate GIOVANI MARMOTTE che ha commesso delle ingenuità. Eppure se analizzassimo il comportamento di Molinari in "ottica complotto" tutto diventerebbe assai logico:
    1 - diramazione del suicidio ANCOR prima di vedere il cadavere......E LA PRIMA NOTIZIA CHE ENTRA IN STAMPA......si trascina dietro tutte le altre che seguono. Tant'e' che i 10.000 articoli scritti sul Caso Tenco dal 67 ad oggi...ne sono la dimostrazione. Molinari questo lo sapeva bene ed ha giocato bene le sue carte ( rimane il fatto che la polizia non sapeva nulla di tutto questo, è una seria istituzione, inconsapevole del comportamento scorretto del Commissario, lei non ha alcuna colpa ):
    2 - accetta per buono e valido un biglietto che come vedremo nel seguito dell'analisi del biglietto non puo' essere considerato valido perchè non l'ha ritrovato in stanza, gliel'hanno consegnato terze persone proveniente da un'altra stanza ( che valore giuridico ha un corpo del reato di dubbia provenienza? nessuno )
    3 - fa spostare il cadavere di fatto alterando la scena del crimine e commettendo il reato di vilipendio di cadavere, lo fa poi riportare per eseguire dei falsi rilievi ( abbiamo rilevato e lo si vede nelle immagini da noi pubblicate un cambio di camicia ), compila un falso referto della scientifica ( dove tra l'altro non compare il biglietto d'addio considerata la prova regina del suicidio ).....
    ....per farla breve.....il Commissario Molinari fa l'amplain. Come puo' essere considerata semplicemente negligenza l'azione di uno che ALL' INSAPUTA DELLA POLIZIA CHE NON C'ENTRA NULLA, "tarocca" tutto dall'inizio ( telefonata all'Ansa ) alla fine ( rimozione del cadavere prima dei rilievi ) senza sbagliarsi mai e farne una giusta??? Si potrebbe concedere il beneficio del dubbio qualora avesse SBAGLIATO QUASI TUTTO. Ma come si possono avere dubbi DOPO IL SUO GRANDE AMPLAIN??? Come puo' reggere la verità ufficiale che parla di Molinari ( un militante della p2 ) intimorito dalla Rai....e costretto a portarsi via il cadavere per non turbare il festival? La p2 aveva l'Italia in mano, comandava Polizia, Guardia di Finanza, Esercito e quant'altro....puo' mai un suo militante temere qualcosa se a puntare il dito è un minuscolo ed insignificante dirigente Rai?


    Ma questo non è un suicida qualunque, questo è l’anima inquieta della musica italiana, il più controverso tra i cantautori, ed allora accade che qualcuno cominci a rileggere le carte, ingrandire le foto del cadavere e della stanza, spulciare gli archivi della Polizia alla ricerca di un motivo “diverso”.

    Come spesso accade, non ci si rassegna mediaticamente ad una morte così semplice, la “Sindrome Marilyn Monroe”, la ricerca di “un’altra verità” in morti così dolorose per lo “Stars System” si nutre anche della morte di Tenco.


    Purtroppo Sig.Valentini, se un colpo di pistola non viene udito da nessuno e la mano di Tenco nel 2006 contiene l'insignificante antimonio .....piu' che sindrome, io parlerei di "ipnosi di massa"....e non di certo a nostro carico. STATE RIPETENDO A CANTILENA LE COSE SENTITE E DETTE SIN DAL 1967.....senza il benchè minimo scrupolo di analisi e verifica DI UNA VERITA' UFFICIALE CHE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI.
    Lo sapeva che sul corpo di Tenco, nessuno ne parla, nessuno lo dice, sono state ritrovate delle fratture ossee incompatibili con un suicidio? NON PUO' SAPERLO, NESSUNO NE PARLA.
    Sapeva che un colpo di pistola, con l'acustica a favore come quella della dependance dell'Hotel Savoy...e con degli ospiti SVEGLI situati a 1-2 camere di distanza da dove viene esploso, è impossibile non sentirlo??
    Inconsapevolmente con questi articoli FIGLI "CLONE" DELL'ARTICOLO PRINCIPE DEL 1967 CREATI AD HOC, SEMPRE UGUALI, SEMPRE GLI STESSI, state facendo il gioco dei sistemi deviati che vi hanno creato una TRAMA CONTORTA INIZIALE, FUORI DALLA REALTA'....da sviluppare a piacere......E RENDERLA ANCORA PIU' CONTORTA....col passare degli anni alimentando solo SUSPENCE, AUDIENCE, MISTERO......ma ruotando intorno alla verità principale dal quale non se ne esce: IL SUICIDIO. Sempre le solite domande ad effetto ma che ad onor del vero non servono a niente...come "chi è entrato prima? Dalida? Dalla?" sempre il solito copione del Tenco disperato che se ne torna in hotel ( SENZA UNO STRACCIO DI TESTIMONIANZA DI QUALCUNO CHE L'HA REALMENTE VISTO RIENTRARE ) ed il Caso Tenco è bello che "inchiodato": non si va nè avanti nè indietro. Non perchè sia complesso.....è semplicissimo ma semplicemente perchè "loro" sono stati dei geni!!
    Lei ha scritto un'articolo sicuramente lodevole dal punto di vista dell'impegno ma se ci pensa bene.....parla di un Tenco "raccontato" e non di un Tenco di cui esiste prova. E per prova non intendo il pincopallino che rilascia dichiarazioni ricordando Tenco in lacrime e disperato.....piuttosto che il pincopallino che ricorda Tenco disteso e tranquillo con Dalida nervosa ( e casualmente di questo pincopallino nessuno ne parla ), io parlo di prova "giuridicamente valida" e finora si sono solo sentite "chiacchere" derivanti da testimonianze che possono essere vere come false visto che sono tutte discordanti tra loro.


    E di cose strane se ne trovano eccome a cercare, a cominciare dalla posizione delle gambe del cadavere di Tenco, che nella foto del che mostriamo, originale degli archivi della Polizia, appaiono sotto il mobile, davvero strano per un suicidio.

    Per chi non ha mai creduto al suicidio è facile raccogliere contraddizioni

    NO CONTRADDIZIONI, CHIAMIAMOLI CON IL LORO NOME....SONO STATI COMMESSI DEI REATI QUELLA NOTTE E NESSUNO HA PAGATO.


    ...tra le carte di quegli scellerati rilievi e a rileggere il fascicolo del sopralluogo di quel 27 Gennaio 1967 ci sono mille reticenze, un sopralluogo che abbiamo letto qualche giorno fa insieme a un esperto di scena del crimine da noi interpellato, che ci dice “ un documento pasticciato e pieno di errori, privo di notizie fondamentali per qualsiasi indagine”.

    Certo, esatto. Un documento pasticciato e pieno di errori, privo di notizie fondamentali per qualsiasi indagine. Chi legge sopra p2 e poi quest'ultima sua cosa.....credo faccia 2+2. Mi creda non serve una calcolatrice.L'obiettivo era proprio quello descritto dell'esperto di scena del crimine da lei interpellato.Non è mica stato un caso

    Nonostante ciò ci vogliono più di vent’ anni prima che qualcuno riordini ciò che non torna della vicenda, non con semplici illazioni ma con una indagine giornalistica come si deve.

    il 20 Febbraio del 1990 Corrado Augias in una puntata di “Telefono Giallo” riapre il caso ufficialmente, proprio analizzando le stranezze dello spostamento del corpo e del suo riposizionamento per i rilievi, della pistola che non sembra in foto quella di Tenco, per la presenza dell’ex marito di Dalida a Sanremo e per il colpo di pistola non udito, sembra, dai vicini di stanza.

    Se ne parla come se fosse un dato passibile di errore: un colpo di pistola con l'acustica a favore come quella della dependance dell'Hotel, col silenzio assoluto e con gli ospiti accanto svegli.....o si sente e salti in aria o non si sente e allora non c'e' stato. Il "sembra" mette in dubbio questa "certezza" e non è corretto, come se fosse possibile commettere l'errore di non sentire 130db di deflagrazione. PROVI ANCHE LEI. Se e' sveglio alle 2 di notte e passa un'ambulanza sotto casa con la sirena che produce intorno ai 90db.....se la sente di dire che "forse" l'ha sentito? Mi creda se l'ambulanza passa con la sirena sotto casa sua e lei è sveglio.....la sente senza MARGINE DI ERRORE. Se non la sente.....nessun'ambulanza con la sirena è passata SOTTO CASA SUA. Basterebbe solo questo dato del colpo di pistola non udito ad invertire la verità ufficiale....ma chi se la prende la briga di spiegare agli italiani, a lei che scrive.....che vi hanno preso per i fondelli tutto questo tempo? Io ogni tanto provo a smuovere le coscienze ma sa cosa c'e' ??? Che appena li ho quasi svegliati.....programmano in tv ( tutt'altro che casualmente ) tormentoni sul suicidio dell'inquieto e disperato, quanto depresso Tenco...che zac.....si ripiomba nel sonno profondo. Rifletta sull'esempio dell'ambulanza, sperimenti un colpo di pistola sparato anche dalla cucina mentre lei sta in camera e se è obiettivo capirà subito se quello di Tenco è stato suicidio oppure no.

    Partono indagini e richieste di riapertura delle indagini si moltiplicano da più parti, anche se la famiglia sembra tenersi in disparte, lasciando la voce ad amici e ammiratori del cantautore, eppure anche in questo clamore devono passare altri anni perché un P.M. firmi il provvedimento di riapertura delle indagini e ordini la riesumazione della salma di Luigi Tenco per fare quello che nessuno fece quella sera.

    Ad onor del vero, cosi è apparso a tutti ma in verità è stata tutt'altro che un'indagine mirata al conseguimento della verità, guardi qui:



    Lancio Ansa del 12 dic 2005 - Il magistrato di Sanremo Mariano Gagliano ha deciso di riaprire le indagini relative a Luigi Tenco, trovato morto suicida in una camera dell’hotel Savoy durante il Festival del 1967: la salma del tormentato artista verrà riesumata e sottoposta ad un esame autoptico e balistico.

    I quattro operatori del cimitero di Ricaldone, a vederli nelle foto di chi c’era quella mattina di Febbraio 2006 appaiono impacciati e con quel sorriso da cerimonia che si accenna quando si è parte di un momento solenne, mentre aprono la tomba di famiglia di Luigi, circondati da decine di uomini con la pettorina con scritto “Polizia” che scattano foto e prendono appunti.

    Il pool di investigatori nominato dal Magistrato Mariano Gagliano per prima cosa fa una radiografia del cranio alla ricerca del proiettile, che ( sorpresa ) non c’è!

    Ed ecco qui il secondo capitolo della SAGA a distanza di 40 anni. Nel 1967 il commissario Molinari, diramo' la notizia del suicidio all'ansa ancor prima di vedere il cadavere, qua si osa di piu': dopo aver accertato che il proiettile non ci fosse e con gli esami ancora in corso di cui si attendeva l'esito a giorni .......sono usciti dalla camera settoria dicendo ai media: "E' stato un suicidio, non parlatene piu'" .
    Chi ha letto attentamente la mia analisi dalla prima riga e spero abbia letto attentamente anche lei, qui c'e' qualcosa che non quadra. Come puo' un PM parlare ancor prima che un'inchiesta sia conclusa e con gli esami ancora in corso?? Dov'e' il segreto istruttorio?? E' apparso tutto normale come la telefonata all'Ansa del Commissario Molinari prima di vedere il cadavere.
    Gli italiani hanno calato la testa nel 67 ed hanno fatto una cosa ancor piu' grave: l'hanno calata anche nel 2006 a prescindere, senza chiedersi il perchè di tanta fretta....in fondo era stato disturbato il sonno di un defunto..., si erano riaperte delle indagini per appurare la verità ( quando invece si evince dalle parole del Pm che il caso è stato riaperto semplicemente per completare il fascicolo ( falso in piu' punti )). Non si è dunque riaperto per appurare la verità quanto invece per confermare a prescindere la verità ufficiale di allora.

    COSA AVRA' DI COSI AFFASCINANTE LA VERITA' DI ALLORA DA SPINGERE UN PUBBLICO MINISTERO A FAR CHIUDERE IL CASO AI MEDIA COME SUICIDIO DA MANUALE ancor prima dell'esito di molti esami, non è dato sapere.

    Ma se non ve lo chiedete voi giornalisti che invece dovreste porvi qualche domanda, come puo' l'italiano medio? Nessuno si è posto una benchè minima domanda, anche il guanto di paraffina come stiamo per vedere presenta delle "strane valutazioni" ma tanto tra voi giornalisti e l'italiano medio.....qualcuno puo' obiettare con riscontri tecnici che la polvere da sparo si presenta nella mano di uno che ha sparato con la componente ternaria ( PIOMBO BARIO ED ANTIMONIO ) e che l'antimonio da solo non prova niente di certo? No....ed ecco perchè il tutto fila liscio....da 46 anni ed è suicidio da manuale


    Nella perizia del medico legale di allora, non si parlava di foro di uscita, ma il foro di uscita c’è eccome, il foro è sulla parte sinistra del cranio, i Periti quindi trovano i due fori di ingresso ed uscita del proiettile e fanno una perizia balistica, che stabilisce che ci sono le tre condizioni per asserire che fu un suicidio:

    Le stesse condizioni sono compatibili con un omicidio. Perchè pero' far deviare verso quella verità piuttosto che quell'altra? Non bisogna essere forse imparziali? La legge.....e chi la deve fare rispettare non dovrebbe essere imparziale? Non dovrebbe appurare la verità indagando a 360° gradi invece di lavorare IN UN'UNICA DIREZIONE COM'E' STATO FATTO? Sono caratteristiche quelle da te evidenziate compatibili con un suicidio ed anche con un omicidio.

    1: il “tramite balistico” da destra verso sinistra e dal basso verso l’alto, oltre che il passaggio del proiettile con percorso “antero-posteriore”.

    Altamente compatibile anche con un omicidio

    2: residui di polvere da sparo nella mano destra.

    Falso!!!! Luzi, perito balistico dell' ERT che ha effettuato tale test sulla mano di Tenco, dimostrà così di non conoscere lo studio del professor Alberto Brandone, chimico emerito dell' Università di Pavia ( " La rilevazione dei residui dello sparo e problematiche connesse " ) IL QUALE HA STABILITO CHE PER DARE POSITIVITA' AD UN GUANTO DI PARAFFINA E' NECESSARIO CHE SIANO PRESENTI SULLA MANO ALMENO 2 DEI 3 COMPONENTI DEI RESIDUI DELLA POLVERE DI SPARO ( GUN SHOT RESIDUES ): ANTIMONIO APPUNTO, BARIO E PIOMBO.
    Sulla mano di Tenco è stato ritrovato solo una particella d'antimonio.
    Molto probabilmente, l'antimonio presente sulla mano destra di Tenco, apparteneva all'accendino che il cantautore utilizzava per accendersi le sigarette o alla pompa di benzina "eventualmente" utilizzata da Luigi quella sera per fare benzina al self service.
    Perchè far passare per altamente positivo un'esame quando di fatto non lo è??
    La simulazione del suicidio di Tenco ha altri punti di forza notevoli....come ad esempio questo:



    Telefono Giallo, il Caso Tenco: Valentino Tenco... di luigitenco60s

    Ricapitolando brevemente abbiamo tre elementi importanti che sconfessano il suicidio:
    1 - l'assenza del colpo di pistola che i vicini di stanza, svegli avrebbero dovuto necessariamente sentire ( se ha dubbi, ripensi all'esempio dell'ambulanza e sperimenti sulla propria pelle l'esperienza )
    2 - l'assenza della componente ternaria sulla mano di Tenco, dove ad onor del vero ci tengo a segnalare che sempre nel 2006....sulla tempia di Tenco PIOMBO, BARIO ED ANTIMONIO sono stati trovati ma è normale visto che la pelle in quel punto è venuta a contatto con la polvere da sparo. E' sulla mano che invece non ci sono certificando che molto probabilmente quella mano non era armata. L'antimonio è il componente presente in minore quantità rispetto agli altri due...e sulla mano c'e' solo quello. Potrebbe anche non essere una "prova provata" ma....
    3 - .....il fratello Valentino Tenco trova la pistola perfettamente pulita ed oleata...segno che non ha sparato.

    Perchè continuare a sostenere che i cavalli volano? E' vero o non è vero che tutte quelle dicerie sul Tenco depresso, inquieto ecc ecc non hanno riscontri, nè ci sono testimonianze CHE CONCORDANO ALL'UNANIMITA' SU QUESTO? Uno dice che aveva lo sguardo perso nel vuoto, uno dice che era sereno e scherzava. SA COSA SIGNIFICA QUESTO? Che queste testimonianze valgono meno di niente entrambi EPPURE E' CON QUESTE "FORZATURE" CHE SI PORTA AVANTI LA VERITA' UFFICIALE DEL SUICIDIO DI TENCO da 46 anni. Sono invece altri gli aspetti da guardare, sono altre le analisi da fare....gli studi da condurre. E forse bisognerebbe anche fare uno studio approfondito della p2....perchè mi accorgo che chi si avvicina al Caso Tenco e studia il commissario Molinari ma soprattutto il suo comportamento CONTINUA A PORTARE AVANTI LA LINEA DELLA NEGLIGENZA......quando invece sarebbe piu' logico ed anche piu' veritiero parlare di "DOLO".



    3: l’indagine grafologica sulla lettera di addio, che è inequivocabilmente di Luigi Tenco.

    Il biglietto d'addio non è stato rinvenuto dalla polizia sulla scena del delitto ma è stato consegnato da "terze" o "quarte" mani. Il primo dato certo riguardo il biglietto è che Sergio Modugno intorno alle 2.30-2.40 va al piano superiore ad accertarsi delle condizioni di Dalida che si trova nella sua camera, la 104, e lei le mostra QUESTO BIGLIETTO ( è stato più di 20 minuti dentro la stanza di Dalida e può essere stato alterato e/o modificato a piacere ). Sergio Modugno prende il biglietto dalle mani di Dalida ( camera 104 ) e lo da a Piero Vivarelli che successivamente lo consegnerà alla polizia. Giuridicamente parlando, quel biglietto è di dubbia provenienza non essendo stato trovato "direttamente" dalla polizia nella stanza 219 dov'è stato rinvenuto il cadavere di Luigi Tenco. Mancando delle pagine a quel biglietto:

    ECCO IL VIDEO:

    ....ed avendo rilevato la presenza di calchi di parola sul biglietto "d'addio" ( che conferma sostanzialmente la presenza di altri fogli precedenti ), contenendo infine una firma contraffatta, falsa, non appartenente al cadavere, il valore giuridico di quel biglietto come CORPO DEL REATO....è uguale a ZERO!
    Un corpo di reato, spostato dalla scena del crimine o proveniente dall'esterno quando è arrivata la Polizia, non puo' essere giuridicamente considerato idoneo per il conseguimento e l'accertamento della verità. Lo dice la legge.....E SEMPRE LA LEGGE SUL CASO TENCO DICE: IL BIGLIETTO D'ADDIO CERTIFICA IL SUICIDIO DI TENCO. Non è incredibile??? Il commissario Molinari, tanto ingenuo quanto sprovveduto per alcuni....almeno sul biglietto avrebbe dovuto avere qualche dubbio visto che dentro la stanza 219 non ce l'ha trovato ed è stato consegnato da terze mani giusto?? Non il minimo dubbio, d'altronde era già sicuro del suicidio quando l'ha comunicato all'ansa ancor prima di vedere il cadavere. A questo punto mi chiedo: perchè non documentarsi su altri "misteri italiani" dove si sospetta esserci la mano della p2? Noterete con estrema sorpresa che le negligenze commesse sono le stesse identiche del Caso Tenco. Nessuno pero' approfondisce, anzi io son certo che qualcuno pensi che io sia un "amante del complotto" ma dopo una petizione di 44.000 italiani cancellata e rasa al suolo ( ridotta a 0 ) su facebook, dopo la mutilazione di 14.000 sostenitori in 4 giorni ( possibile? ) della nuova petizione che allo stato attuale viaggia sui 58.000 quando eravamo 79.000 ), ecco...come dire... lei comprenderà che se proprio devo essere considerato un amante del complotto, almeno mi si riconosca che sono un amante del complotto incazzato nero. Perchè è cosi che mi sento in questo momento. Ci stanno tagliando le gambe DELIBERATAMENTE ED ESPLICITAMENTE.....e la gente non si accorge di nulla sebbene si stia compiendo davanti agli occhi di tutti. Non sono solo incazzato nero, sono anche deluso dell'indifferenza della gente.


    Un “giallo all’italiana” dunque, che si scioglie come neve al sole stavolta, non un mistero di intrecci inconfessabili di malavita e potere come siamo abituati da sempre, ma semplicemente una indagine fatta male, oltre che per quell’alone di leggenda giornalistica che voleva Tenco vittima di ricatti, dando ruoli misteriosi di omicidio in correità con Dalida, traffici con il clan dei Marsigliesi e mai trovati debiti di gioco e di droga.

    Che grosso danno ha fatto lei con quest'articolo. E' riuscito anche lei a far volare i cavalli, a far passare un attivista politico del PSI come Tenco, ucciso dai sistemi deviati come un piagnucolone che fa i capricci perchè la propria canzone non è passata in finale. Come un'impotente che non aveva altra via d'uscita. Senta ma me la fa una cortesia??? Si fa prestare una pistola a salve ed alle 2 di notte mentre sta magari leggendo, fa esplodere un colpo da un amico....non una stanza dopo ma tre stanze dopo tanto per vedere l'effetto che fa? Le prometto che se non udirà alcunchè o non sarà sicuro se ha udito un colpo di pistola o altro, chiudo questo sito, la pagina su facebook e la nostra petizione....seduta stante.

    Quello che faceva soffrire Tenco, il suo male di vivere, il suo stato di prostrazione era autentico, era profondo senso di impotenza di fronte al disincanto del pubblico, all’avidità delle case discografiche di allora, sorde agli sforzi di quella elite di intellettuali che alla fine degli anni 60 faceva poesia con la musica come lui e tanti altri della “scuola Genovese”.

    Ed ecco che con l’ausilio della grafologa forense Sara Cordella, siamo in grado di disegnare il profilo psicologico di Luigi nel momento in cui scriveva la lettera di addio ( che pubblichiamo integralmente) per cercare di comprendere lo stato d’animo di questo poeta così sensibile, leggerne i segni che lo portarono a quella decisione solenne.

    Scrive infatti la Dottoressa Cordella : “Tutta la grafia della lettera traspira sofferenza, emotività, sensibilità.

    Ok, e possiamo essere d'accordo come non d'accordo....pero' si è reso conto ( purtroppo lo stesso errore lo hanno commesso tantissimi altri nel corso dei 46 anni trascorsi ) che lei ha fatto analizzare una lettera non ritrovata dagli inquirenti sulla scena del crimine?? Io sono sempre stato dell'idea che quel biglietto sia stato completato da terzi da un certo punto in avanti ma voglio CAMBIARE, MODIFICARE il mio pensiero: quella lettera è di Tenco....ed anche la firma che io ho sempre considerato falsa.....STASERA VOGLIO CONSIDERARLA ORIGINALE. Ebbene mi dica: e dopo che abbiamo fatto analizzare la grafia di un corpo di reato non valido perchè non ritrovato sulla scena del crimine ma consegnato da terzi proveniente dalla stanza 104 di Dalida......puo' servire a qualcosa l'indagine grafologica? L'avrà pure scritta Tenco....e dunque? Prova qualcosa visto che non puo' essere giuridicamente considerata valida ( sebbene la legge continui forzatamente a farvela passare come tale ), è un elemento indifferente quello dei calchi di parola sul foglio da noi ritrovati....che certificano che c'erano delle pagine precedenti, sicuramente di denuncia da parte di Tenco? Perchè il commissario Molinari nasconde un secondo foglio sotto il primo come ha potuto appurare dal video? Perchè non risulta agli atti? Faccia leggere la mia analisi a quell'esperto di scena del crimine.....

    La dimensione delle lettere presenta importanti variazioni che riportano ad una forma di emotività non controllata, a una difficoltà a riconoscere le proprie emozioni alternando stati di depressione e di esaltazione.

    E certo, era "turbato" perchè stava denunciando in quella lettera ( la cui denuncia è presente nella pagina precedente fatta sparire ) le combines del festival, era emotivamente provato e deluso di quel sistema corrotto. Ha visto bene la grafologa ma quella lettera non prova il suicidio di Tenco. Troppo facile leggere quella lettera ed associarla al corpo a terra....cosi a prescindere. Non era in camera quando è arrivata la polizia.

    Questo non può che generare una rabbia che fa fatica ad emergere (lo si nota dalla stentatezza del tracciato).

    Si perchè tanto sa che quella denuncia non verrà capita fino in fondo, tra l'altro Dalida aveva nel pomeriggio messo in allerta Tenco sui reali rischi di morte che lui correva ( perchè non leggete tutta la nostra sezione ed approfondite le vostre conoscenze sul Caso Tenco ), normale quindi che questo CORPO DI REATO NON VALIDO ci restituisca un Tenco non in condizioni normali.

    Luigi è stata anima inquieta, perennemente tormentato nell’animo e indignato con chi non lo ha saputo o voluto comprendere.

    Un poveraccio insomma. Pensi che se ne andava piagnucolando dentro il Casino' ed urlando "Ma perchè tutte a me"....anzi, mo' se metto questa cosa inventata in circolo......sa' che vita lunga ancora avra' il Caso Tenco?? Uhhhh Caso Tenco per i miei figli ed i figli dei nostri figli...senza fine.....per secoli e secoli.....dove ad un certo punto nel 2200 secondo me ci saranno elementi nuovi di zecca come la premeditazione del suicidio di Tenco mesi prima, la depressione magari perchè aveva scoperto di essere omosessuale e chissà quante altre palle circoleranno sul conto di Tenco. Una cosa è certa: Tenco è stato ucciso due volte, non una.

    La sua scontentezza lo ha portato ad una continua ruminazione, nel rischio costante di non ammettere l’evidenza delle cose, relazionandosi con permalosità all’altro.

    Se non conoscessi Tenco.....dubito che avrei un bel concetto di lui leggendo questo. Ma d'altronde questa cosa è stata messa in piedi da veri geni. E piu' passa il tempo e piu' si continueranno a leggere commenti come quelli che sto leggendo io adesso.

    Gli ovali accartocciati su se stessi (si veda la “a” di “stanco”) confermano un costante atteggiamento di diffidenza, di gelosia e una tendenza a tornare sempre sugli stessi concetti, pensieri, emozioni.

    E’ questa una grafia permeata da una forte introversione, nella quale anche l’ascendenza del rigo, che in genere ha un significato di ottimismo, parla di insoddisfazione, di volontà di raggiungere un obiettivo ideale impossibile ed utopistico.

    Il suo gesto estremo, si presenta come un reale atto di protesta e di reazione che afferma se stesso, il suo orgoglio e la sua identità.

    Rimane il fatto che chi si uccide per una canzonetta è un fallito ed un perdente ed in questo il "sistema" che l'ha voluto morto ha non vinto, ha stravinto.

    La firma, in questo contesto, a rappresentare il proprio “Io”, non poteva non essere ampia e in movimento più di tutto il testo.”

    Rappresenta talmente il proprio "io" che non esiste altra firma uguale del cantautore tra gli scritti privati e pubblici in circolazione. Avrà voluto simulare il suo suicidio spacciandolo per omicidio....che cosa vuole che le dica arrivati a questo punto?

    Nonostante ciò, una petizione con molti firmatari dal titolo “le 5 prove dell’omicidio Tenco” continua la sua battaglia on line per far riaprire il caso.

    Si sono tanti e non sono cretini o sprovveduti o inguaribili amanti del "complotto". Ma secondo lei un'articolo del genere...e di questa portata......proprio perchè di depistaggio a lei magari non dice niente...ma a noi ha aperto un mondo:

    IL DEPISTAGGIO DELL'AVVOCATO DI SADDAM HUSSEIN riguardo la morte di Tenco ( Aldo Moro, Brigate Rosse ): https://luigitenco60s.forumfree.it/?t=16199448


    Le prove però di un suo suicidio volontario sono incontrovertibili,

    DOVE! QUALI! Il carattere di Tenco è una prova? Il testimone "x" che lo vede con lo sguardo spento e perso....è una prova?? E' perchè non è una prova anche il testimone "y" che parla di un Tenco sereno e disteso? Dov'e' la prova incontrovertibile del suicidio? Nella lettera incompleta che non puo' essere considerata valida per le ragioni sopracitate?? Esigo una prova GIURIDICA!!! Dov'è?? Nel guanto di paraffina che al 100% puo' certificare che Tenco HA FUMATO SIGARETTE ( rilasciano antimonio ) con quella mano e che non certifica che TENCO ABBIA SPARATO? Dove dove dove.....caro amico, prove non ce ne sono.
    Faccia esplodere un colpo di pistola a salve da un suo collaboratore come le ho detto.....due-tre stanze dopo nel cuore della notte.....e ci risentiamo solo allora.....quando mi scriverà coi "capelli dritti" e spaventato per lo shock subito dal rumore dell'esplosione avvenuto durante la notte nel pieno silenzio.


    e forse ci sarebbe solo da biasimare chi ha operato sulla scena quel giorno e il medico legale che ha ispezionato cosi superficialmente il cadavere, per aver alimentato sospetti.

    Ma si, perdoniamolo il commissario. In fondo che ha fatto di male......facessi io la stessa cosa andrei subito in galera....pero' a me non mi perdonereste dico bene??
    Io mi sono aperto al confronto ed ho affrontato forse in maniera troppo diretta il suo articolo. Il mio scopo pero', voglio lo sappia, non è stato sicuramente quello di offenderla o mancarle di rispetto....ma solo quello di provare a farle aprire gli occhi.....

    Ma la volontà di Luigi Tenco, di quel ragazzo inquieto che non vedeva un futuro è tutta li, in quella lettera piena di dolore e di precipizio verso il dirupo del vivere.

    Povero Tenco. E' stato deliberatamente linciato in tutti questi anni, si continua a massacrarlo......e nessuno.....FERMA QUESTA STRAGE PSICOLOGICA ai danni degli italiani riguardo un uomo come tutti noi, ESSERE UMANO E NON MITO che amava la vita e voleva vivere.

    Mauro Valentini

    Giuseppe Bità

    Edited by LaVerdeIsola - 3/3/2013, 16:00
  7. .
    Le 5 prove dell'omicidio di Luigi Tenco: https://luigitenco60s.forumfree.it/?t=26753305

    Petizione "Le 5 prove dell'omicidio di Tenco" sostenuta da oltre 59.000 italiani ( 79.000 prima delle molteplici mutilazioni ): www.facebook.com/casotenco ...se ti va sostienici cliccando all'interno della petizione "mi piace".


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    Durante la trasmissione "Telefono Giallo" che ho postato qualche giorno fa, due foto interessanti hanno catturato non credo solo la mia attenzione ma quella di tutti:

    tencoarmi0
    Luigi Tenco con la sua pistola comprata in seguito al tentato speronamento subito sulle strade della Ruta

    tencoarmi1
    Luigi Tenco spara contro il bersaglio durante un'esercitazione "casalinga"

    Ora, di solito scrivo sermoni ma voglio solo fare una piccola riflessione e poi chiudo. Dopo aver subito delle minacce di morte ( tre tra cui il tentato speronamento di cui sopra ), dopo aver appreso dal fratello Valentino che Luigi in seguito a quell'evento prese il porto d'armi e compro' DUE pistole per AUTO-DIFESA e dunque per sentirsi piu' sicuro....io ritengo che:

    1 - sia normale che lui abbia scelto di andare a Sanremo in treno e si sia fatta portare l'auto dopo....visto quel che aveva subito tre mesi prima proprio a bordo della sua MINI MINOR
    2 - Fossi negli inquirenti troverei assonanza tra "I RISCHI DI MORTE a carico di Tenco" annunciati da Dalida a Luigi al Bar del Casino' ( testimone Giorgio Lotti ), col fatto CHE LUI POSSEDESSE UNA PISTOLA COMPRATA PER AUTODIFESA e la deduzione logica sarebbe che lui aveva 10000 motivi per sentire l'esigenza di portarsi la pistola dietro a SANREMO...tranne il motivo FORZATAMENTE INVENTATO di suicidarsi che tra l'altro cozza anche con l'intenzione comunicata max 1 ora prima di morire a Piero Vivarelli e Valeria di tenere una conferenza stampa l'indomani per denunciare tutto e tutti.

    Il terzo punto è una domanda:
    3 - non è forse forzata la sentenza della Magistratura che ha convalidato nel 2006 un suicidio sulla base di uno sparo non sentito da nessuno, di un biglietto non rinvenuto sulla scena del crimine ( prova non valida ) e basandosi su esami CHE NON PENDONO NE' DA UN PARTE ( SUICIDIO ), NE' DALL'ALTRA ( OMICIDIO ) ad eccezione del guanto di paraffina che certifica PERFINO che quella mano, quella notte...molto probabilmente non ha sparato?
    Il suicidio di Tenco, nel 2006, sulla base di quale alchimia è stato convalidato NON ESSENDOCI PROVE REALI E/O VALIDE?
    Perchè non sono state cercate alternative? Perchè la giustizia ha esplicitamente voluto condurre le indagini IN UN'UNICA DIREZIONE?
    Domandiamocelo...e. con questo ho concluso.

    Edited by LaVerdeIsola - 26/2/2013, 00:21
  8. .
    telefono_giallo_003_jpg_bsms

    Le 5 prove dell'omicidio di Luigi Tenco sostenute al momento da oltre 59.000 italiani attraverso una petizione: https://luigitenco60s.forumfree.it/?t=26753305
    La petizione su Tenco ( sosteneteci cliccando mi piace ): www.facebook.com/casotenco

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    Da tanti anni cercavamo questo programma e grazie alla nostra amica Anna Maria, siamo riusciti a reperire la trasmissione in versione integrale.
    Devo dire che ci sono tanti spunti interessanti di cui parlare. BUONA VISIONE




    Telefono Giallo "Il Caso Tenco" 1° parte ( durata 50 minuti circa )

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    Telefono Giallo "Il Caso Tenco" 2° parte ( durata 51 minuti )

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    Telefono Giallo "Il Caso Tenco" 3° e 4° parte ( durata 43 minuti circa )

    Edited by LaVerdeIsola - 23/2/2013, 16:11
  9. .
    telefono_giallo_003_jpg_bsms

    VIDEO: VALENTINO TENCO AFFOSSA IL SUICIDIO DEL FRATELLO LUIGI TENCO
    ( per vedere l'intera trasmissione clicca qui: https://luigitenco60s.forumfree.it/?t=65077915 )


    Telefono Giallo, il Caso Tenco: Valentino Tenco... di luigitenco60s

    ...e basterebbe solo quanto detto da Valentino in questo video per far convalidare l'omicidio del fratello! Poche storie, di sentir le favole dei cavalli che volano....ci siamo stancati.


    Edited by LaVerdeIsola - 23/2/2013, 15:55
  10. .
    TG TENCO - 17 Febbraio 2013: (AGI) - Sanremo, 16 feb. - Marco Mengoni, con la canzone l'Essenziale ha vinto il 63esimo Festival di Sanremo. In finale sono arrivati anche i Moda' ed Elio e le Storie Tese. "Grazie". E' la sola parola che Marco Mengoni e' stato in grado di pronunciare quando e' tornato sul palco dell'Ariston da vincitore del Festival di Sanremo 2013. Poi si e' rivolto verso gli orchestrali per ringraziarli con lo sguardo.

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    Quindi l'abbraccio con Luciana Littizzetto, che la prima sera l'aveva preso scherzosamente in giro dicendogli "hai le mani fredde...". E lui da allora in poi ogni volta che e' tornato a cantare sul palco si fregava le mani per riscaldarle prima di stringere quelle della Lucianina. In sala stampa la dedica a "Luigi Tenco e alla sua famiglia".


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    TG TENCO - 16 Febbraio 2013: La Famiglia Tenco gradisce il ripescaggio di 'Ciao Amore Ciao' e le parole sentite di Fabio Fazio e di Marco Mengoni. Come è noto a molti, la canzone 'Ciao Amore Ciao' debuttò sul palcoscenico del Festival della Canzone Italiana di San Remo nel lontano 1967 e fu interpretata prima dalla famosa cantante internazionale Dalida e subito dopo dal 29enne Luigi Tenco, al suo debutto al Festival.

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    La canzone non passò la selezione iniziale e nemmeno fu scelta dalla speciale commissione artistica che all'epoca aveva il compito di decidere il ripescaggio di un brano da tenere in gara per le serate successive della manifestazione canora stessa. Poi, nel corso della notte tra il 26 ed il 27 gennaio del 1967 e cioè al termine della prima serata del Festival, fu rinvenuto il corpo esanime del giovane Luigi Tenco ed il suo biglietto autografo, cosiddetto di addio, che ha permesso alla stampa di divulgare la notizia del suicidio.

    Negli anni molte sono state le opinioni divergenti sul tragico episodio che hanno tristemente segnato, non solo la figura di Luigi Tenco, ma anche il suo valore artistico e musicale... indiscutibilmente rimasto nel cuore di tutti i suoi ammiratori. Ora, 46 anni dopo e senza conoscere le ragioni che hanno spinto l'attuale commissione artistica presieduta da Fabio Fazio a far eseguire la canzone al Festival in corso, si è guardata con piacere la coraggiosa scelta del ripescaggio della canzone 'Ciao Amore Ciao' di Luigi Tenco.

    In particolar modo sono stati molto commoventi tre momenti dello spazio dedicato a Tenco: la sentita presentazione di Fabio Fazio, la toccante interpretazione di Marco Mengoni e soprattutto il caloroso applauso del pubblico... appena è stato pronunciato da Fazio il nome di Luigi Tenco. "(...) stasera, dopo 46 anni, è come se Luigi avesse vinto il Festival di Sanremo", con queste parole la Famiglia Tenco ha ringraziato il debuttante concorrente del Festival di Sanremo 2013, Marco Mengoni.

    FONTE: www.sanremonews.it/2013/02/16/leggi...ml#.UR-VBGf_40w
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    Cliccate su questo link per vedere il video di Marco Mengoni ( Ciao amore ciao ) a Sanremo 2013:

    marco-mengoni-piange

    IL VIDEO: www.facebook.com/photo.php?v=599263956754670

    Buona visione
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    TG TENCO:15 Febbraio 2013: Marco Mengoni celebra stasera la storia del Festival a Sanremo 2013 con una canzone “maledetta”. Nella serata del venerdì di Sanremo Story canterà, infatti, Ciao amore ciao (da solo). E’ una canzone scritta dal cantautore italiano Luigi Tenco ed interpretata (in versioni separate) dallo stesso Tenco e da Dalida al Festival di Sanremo del 1967.

    marco-mengoni
    MARCO MENGONI STASERA A SANREMO CANTA CIAO AMORE CIAO DI LUIGI TENCO

    La canzone è tristemente nota per essere indissolubilmente legata al suicidio di Tenco, avvenuto a Sanremo il 27 gennaio 1967 dopo l’esclusione del brano stesso dalla finale del Festival **anche se dal 2008 sono pubbliche 5 "prove" che secondo 60.000 italiani che hanno firmato una petizione, dimostrano l'omicidio del cantautore ( la petizione: www.facebook.com/casotenco / le 5 prove dell'omicidio di Tenco: https://luigitenco60s.forumfree.it/?t=26753305 ) e la Magistratura sembra ignorare piccole grande sfumature che inclinano fortemente la tesi da loro portata avanti del suicidio. ** ( ** nota di Luigi Tenco 60's - La verde isola presente su facebook a questo indirizzo: https://www.facebook.com/laverdeisola ).



    
Il brano "Ciao amore ciao", aveva infatti ottenuto dalle giurie soltanto 38 voti su 900 e fu poi escluso dal ripescaggio dalla commissione di “esperti”. Qualche anno dopo, nel 1971, il brano venne cantato da Dalida a Canzonissima.

    La canzone vuole essere sia d’amore che di critica sociale. Il testo si riferisce a una persona che, stanca di lavorare nei campi, parte per la città per cercare nuove opportunità professionali ed inseguire nuovi sogni. Per fare questo, però, deve lasciare la persona amata. Nel “nuovo mondo”, però, la persona protagonista del brano sembra trovarsi un po’ “spaesata”, tanto da aver voglia di tornare sui propri passi, se non fosse per i problemi economici.

    Vi sono delle differenze tra la versione di Tenco e quella di Dalida: la prima inizia, infatti, subito con la parte cantata, mentre la seconda inizia con un preludio strumentale.

    La riproduzione dell’esibizione sanremese di Dalida, nell’omonima fiction interpretata da Sabrina Ferilli nel 2006, è stata al centro di enormi polemiche: i fan di Tenco hanno accusato gli sceneggiatori di revisionismo storico.

    fonte: www.soundsblog.it/post/105639/ciao-...i-sanremo-story

    AL PROSSIMO TG
  15. .


    IL FILM DEL RADUNO durata 47 minuti
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